Le sanzioni dell’Unione Europea: la mappa aggiornata delle misure contro Stati e individui

13.06.2025 - TECNOLOGIA E PRODUZIONE

L’Unione Europea prosegue il rafforzamento della propria strategia sanzionatoria, sempre più articolata e mirata. Secondo l’ultima versione dell’EU Sanctions Map, aggiornata al 19 maggio 2025, sono attualmente attivi più di 25 regimi di misure restrittive nei confronti di Paesi, entità e individui ritenuti responsabili di gravi violazioni internazionali, dall’aggressione armata ai crimini contro i diritti umani.

La piattaforma ufficiale (reperibile al link https://www.sanctionsmap.eu/#/main), sviluppata per garantire trasparenza e accessibilità alle decisioni europee in materia di sanzioni, mostra con evidenza l’evoluzione del quadro geopolitico. Al centro dell’attenzione restano la Russia, l’Iran, la Bielorussia e il Myanmar, oggetto di misure sempre più mirate e raffinate sul piano tecnico e legale.

Il caso russo rimane il fulcro della politica sanzionatoria europea. Dal febbraio 2022, con l’invasione dell’Ucraina, l’Unione ha progressivamente introdotto un pacchetto di misure senza precedenti: divieti di esportazione verso Mosca di tecnologie a duplice uso, embarghi su petrolio, gas e diamanti, restrizioni finanziarie, congelamento di asset e blocco di intere filiere industriali. Il pacchetto più recente, approvato nel febbraio 2024, punta a rafforzare il controllo sulle elusioni, con una particolare attenzione ai Paesi terzi che potrebbero fungere da intermediari.

Sul fronte iraniano, la posizione europea si è nuovamente irrigidita dopo la sospensione, da parte di Teheran, di molti impegni previsti dal JCPoA. Le misure attualmente in vigore includono l’embargo sulle armi, il divieto di trasferimento di tecnologie critiche e il congelamento dei beni di individui collegati ai Pasdaran. Le restrizioni puntano anche su tecnologie di sorveglianza e cyber-controllo, in risposta alla repressione interna.

La Bielorussia, accusata di complicità con l’aggressione russa all’Ucraina, è stata oggetto di un’intensificazione delle sanzioni nel corso del 2024. Sono stati estesi gli embarghi su beni strategici, introdotte nuove restrizioni finanziarie – inclusa l’esclusione di alcune banche dal sistema SWIFT – e rafforzati i meccanismi di due diligence per impedire la triangolazione di forniture vietate. Il principio-guida resta quello dell’allineamento con il regime sanzionatorio contro la Russia.

Dall’inizio del colpo di Stato nel febbraio 2021, l’UE ha adottato ben otto pacchetti sanzionatori nei confronti della giunta militare birmana. Oltre all’embargo sulle armi e sulle tecnologie di sorveglianza, sono stati congelati i beni di funzionari e imprenditori legati al regime. Le misure restano in vigore e sono accompagnate da deroghe per permettere interventi umanitari in aree colpite da crisi.

Dalla mappa emerge con chiarezza come l’Unione Europea abbia progressivamente affinato la propria strategia sanzionatoria, rendendola più selettiva, modulare e integrata con altri strumenti di politica estera. L’obiettivo non è soltanto colpire economicamente regimi ritenuti ostili o repressivi, ma anche inviare segnali politici chiari, sostenere popolazioni civili e proteggere l’integrità del mercato europeo.

Gli strumenti si stanno evolvendo: oltre agli embarghi classici, si moltiplicano le clausole anti-elusione, le restrizioni sulle forniture indirette e i controlli sui contratti, con un’attenzione crescente ai beni ad alta tecnologia. Al tempo stesso, vengono mantenute finestre normative per evitare impatti sproporzionati su settori umanitari o civili.

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